Dal 5 al 7 dicembre 2024, si è svolto, a Matera, il terzo Congresso nazionale SIEMS (Società Italiana di Emergenza Sanitaria). Il tema principale dell’evento, sponsorizzato per la prima volta da Predict, è stato l’integrazione tra ospedale e territorio.
Ecco un riassunto delle tendenze più interessanti sull’Emergenza-Urgenza, con un focus sul nuovo modello assistenziale e le nuove tecnologie.
I destinatari dell’Emergenza: pazienti acuti ma non solo
L’Emergenza-Urgenza rappresenta uno dei pilastri fondamentali del sistema sanitario, con destinatari distinti e necessità sempre più complesse.
Tradizionalmente, i pazienti acuti, ovvero coloro che necessitano di un intervento tempestivo e limitato nel tempo, sono il focus principale. Tuttavia, il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento delle cronicità impongono un’evoluzione. I pazienti cronici, che richiedono cure continuative per patologie degenerative o disfunzioni legate all’età, sono oggi una parte rilevante della popolazione assistita. Una gestione efficace non può ignorare questi trend demografici, ma deve abbracciare un approccio integrato e proattivo.
DM 77: una rivoluzione per l’assistenza sanitaria
Il decreto ministeriale (DM) 77 del 2022 rappresenta una risposta strategica alle criticità emerse durante l’emergenza pandemica, ridisegnando l’architettura dell’assistenza sanitaria territoriale con l’obiettivo di rendere il sistema più resiliente e adatto ai cambiamenti demografici in atto nel nostro Paese.
Per i pazienti acuti, il sistema prevede una risposta rapida attraverso le Centrali Operative Territoriali e il numero unico 116117, che permettono un’intercettazione tempestiva del bisogno e un indirizzamento efficiente verso il setting assistenziale più appropriato.
Per i pazienti cronici, invece, il modello punta sulla continuità assistenziale, con le Case della Comunità che diventano hub di presa in carico integrata, e l’Assistenza Domiciliare Integrata che consente una gestione proattiva e personalizzata, riducendo gli accessi al pronto soccorso e l’ospedalizzazione impropria.
Come la telemedicina velocizza l’assistenza e facilita nell’emergenza
La telemedicina nel DM 77 rappresenta un’evoluzione strategica nella gestione della salute, con un focus specifico sulla cronicità. Infatti, il capitolo 15 dell’allegato 1 definisce un modello di assistenza digitale che supera i limiti della medicina tradizionale, consentendo il monitoraggio continuo e a distanza dei pazienti con patologie croniche.
Questo approccio non solo alleggerisce la pressione sulle strutture sanitarie, ma personalizza l’assistenza, permettendo interventi precoci, riduzione degli accessi impropri al pronto soccorso e una gestione più efficiente delle cronicità, con benefici sia per il paziente che per il sistema sanitario nazionale.
L’Unità di Continuità Assistenziale svolge un ruolo cruciale nell’erogazione di servizi di telemedicina presso la Casa della Comunità. Essa è composta da un medico e un infermiere che operano direttamente sul territorio, avvalendosi di innovative tecnologie per il monitoraggio a distanza dei pazienti.
Grazie a strumenti come la televisita e la teleassistenza, l’Unità di Continuità Assistenziale può mantenere un contatto continuo con i pazienti cronici. Inoltre, l’Unità di Continuità Assistenziale dispone di un’ampia gamma di dispositivi medici portatili e diagnostici, che consentono di acquisire in remoto i parametri clinici dei pazienti. Questi dati vengono poi condivisi e discussi con i medici di base e i pediatri di libera scelta, facilitando un approccio multidisciplinare alla gestione delle patologie.
Quando necessario, l’Unità di Continuità Assistenziale può inoltre avvalersi del supporto a distanza di specialisti del territorio e ospedalieri, attraverso un sistema integrato di teleconsulto. Questo consente agli operatori dell’Unità di accedere tempestivamente a competenze specialistiche, migliorando la qualità delle cure erogate.
Oltre al monitoraggio di pazienti cronici, la telemedicina può giocare un ruolo fondamentale nel connettere diversi operatori sanitari durante un intervento in emergenza. Infatti, grazie all’utilizzo di smart glasses, il personale soccorritore può mostrare lo stato del paziente e lo scenario di intervento facendosi guidare in tempo reale dalla Centrale Operativa in situazioni più o meno complesse. Questo costituisce non solo un supporto operativo efficiente durante gli interventi sul campo, ma anche uno strumento di formazione a distanza efficace.
L’Intelligenza Artificiale come strumento emergente per la medicina d’urgenza
L’applicazione dell’intelligenza artificiale generativa nell’ambito dell’Emergenza-Urgenza e del 118 può offrire importanti benefici su 3 macro-ambiti.
- Triaging. Algoritmi di AI possono aiutare a classificare la gravità dei pazienti in modo rapido e preciso, indirizzandoli verso le strutture più adeguate.
- Interpretazione dati. L’analisi di dati complessi come immagini diagnostiche può rappresentare un utile strumento di interpretazione rapida delle condizioni di un paziente, così da indirizzarne il percorso clinico in maniera opportuna.
- Supporto decisionale. Sistemi di AI possono suggerire percorsi di cura ottimali in base alle condizioni del paziente e, allo stato attuale del sistema, assistendo gli operatori nelle loro decisioni.
In uno dei recenti studi scientifici sull’utilizzo di modelli di linguaggio artificiale in pronto soccorso, ChatGPT-4 è stato utilizzato per effettuare diagnosi su 100 pazienti con sintomi riconducibili alla medicina interna. Avendo a disposizione informazioni sul paziente, come sintomi manifestati, storicità medica nota, regime medico attuale ed eventuali risultati diagnostici, il chatbot è riuscito ad essere spesso più accurato del medico di turno nell’identificare la corretta diagnosi. Secondo lo studio, i casi in cui ChatGPT performava meglio del personale medico sono da attribuire alla capacità del chatbot di generare una serie di diagnosi differenziali, includendo anche malattie rare, e seguire così un approccio analitico collettivamente esaustivo.
Come sfruttare le vie aeree per salvare più vite grazie ai droni
Una delle innovazioni più affascinanti menzionate durante il Congresso riguarda l’utilizzo di droni per gli interventi con forte impatto della tempestività sulla vita del paziente. In particolare, nell’ambito del progetto SEUAM (Sanitary Emergency Urban Air Mobility) è stato sperimentato l’utilizzo di droni per accelerare il soccorso in luoghi remoti ai casi di arresto cardiaco. Un drone, infatti, riesce a trasportare rapidamente un Defibrillatore Automatico Esterno sul luogo dell’emergenza, consentendo l’erogazione della scarica elettrica entro i primi 5 minuti dalla chiamata.
Secondo il presidente SIS118, Mario Balzanelli, project leader della sperimentazione, erogare la prima scarica elettrica a una vittima di arresto cardiaco improvviso entro i primi 5 minuti può consentire di salvare, senza esiti neurologici, almeno il 40% di soggetti altrimenti destinati a morte certa.
Questo stesso approccio di soccorso rapido può essere esteso ad altri scenari critici, nei quali la tempestiva consegna di dispositivi, farmaci salvavita, sangue ed emoderivati agli equipaggi sanitari può risultare decisiva per il paziente.
La sfida è ridurre drasticamente i tempi di risposta nelle situazioni di emergenza, quando ogni minuto può risultare decisivo per la sopravvivenza del paziente. Grazie a soluzioni innovative come i droni, è possibile portare rapidamente i presidi necessari sul luogo dell’incidente, migliorando in modo significativo le probabilità di successo del soccorso.
Emergenza 4.0: la tecnologia ridisegna il soccorso sanitario
Il DM 77 del 2022 segna un passo cruciale verso un sistema sanitario più moderno, resiliente e centrato sul paziente. L’integrazione tra innovazione tecnologica derivata da telemedicina e intelligenza artificiale e una rete territoriale rafforzata garantisce una gestione più efficiente delle emergenze e delle cronicità.
Il futuro dell’assistenza sanitaria non è solo nella risposta rapida, ma anche nella prevenzione e nel monitoraggio continuo. Solo un approccio olistico che coniughi tecnologia e prossimità potrà realmente trasformare il sistema sanitario, rendendolo capace di affrontare le sfide di un Paese che cambia.